Come scegliere il miglior basilico per pesto?

Sei sicuro di saper scegliere il vero Basilico Genovese per il tuo pesto?

Niente più dubbi con il Basilico Genovese DOP

Sai qual è l’ingrediente su cui non puoi sbagliare per un pesto a regola d’arte?

Vorresti avere la certezza totale dell’origine del basilico che compri?

Nel tuo pesto ti piace esprimere il vero gusto della tradizione ligure?

Dal basilico ti aspetti il massimo del profumo e della resa per il tuo pesto alla  genovese?

Pensi che nel basilico l’etichetta non sia importante e che non ci siano delle differenze tra un basilico e l’altro?

Fatichi a  capire se a un prezzo più alto corrisponde maggiore qualità?

Senti parlare genericamente di “basilico di Pra’” ma forse non ti sei mai chiesto se sia un modo corretto per garantire la qualità che ti aspetti?

Non sai che la DOP è un marchio che tutela il legame prodotto-territorio e che dal 2005 garantisce la provenienza del basilico tradizionale prodotto in Liguria?

Per tutte le risposte scopri il Basilico Genovese DOP:
l’unico coltivato secondo la tradizione ligure

Comprare oggi l’autentico Basilico Genovese per il tuo pesto

Sono cambiate alcune cose dagli anni ’50/ ‘80 quando a Genova per la produzione del basilico era nota la zona di Pra’: oggi la produzione si è sviluppata ed è diventata famosa nel mondo.

Nel 2005 è nata la DOP “Basilico Genovese” ma a distanza di vent’anni molti forse ancora non lo sanno: oggi anche il ligure più ligure potrebbe avere qualche dubbio o qualche certezza obsoleta che va aggiornata.

Come capire a colpo d’occhio se il basilico che compriamo è davvero coltivato in Liguria secondo tradizione come ci aspetteremmo?

Come riconoscere
il vero Basilico Genovese DOP

Dal 2005 “Basilico Genovese DOP” è il nome unico del basilico autentico prodotto secondo tradizione.

Cerca nel nome del prodotto sempre “Basilico Genovese DOP” e guarda la confezione:
quello DOP lo riconosci dai due marchi e trovi inoltre l’indirizzo del produttore in etichetta.

Loghi

La guida ufficiale del Consorzio

Al banco dell’ortofrutta non possiamo né annusarlo né toccarlo. Forse ci possiamo fidare della parola del fruttivendolo. Forse.

Ma abbiamo un elemento importante che viene in nostro aiuto: l’etichetta!

Ecco finalmente la guida ufficiale del Consorzio di tutela del Basilico Genovese DOP per un acquisto consapevole.

L’importanza del sigillo di garanzia

L’importanza di tutelare la tipicità di un prodotto è oggi riconosciuta dal mercato e dall’Unione Europea, che ha creato negli anni ’90 il sistema normativo delle Indicazioni di Origine, molto noto nei vini e in “giganti” dell’agroalimentare come Grana Padano DOP o Prosciutto di Parma DOP, e che conta centinaia di prodotti di grande valore.

In Liguria per garantire il legame del basilico col territorio è stata riconosciuta nel 2005 la DOP del Basilico Genovese: da quel momento il “nome e cognome” del basilico prodotto nel territorio secondo tradizione (rispettando il disciplinare di produzione) è solo ed esclusivamente “Basilico Genovese DOP”, ben diverso dal basilico “generico”.

Oggi sul mercato troviamo etichette/cartellini con scritto “Basilico Genovese DOP” che indicano la provenienza garantita dalla Liguria, oppure con scritto solo “basilico” generico e provenienza del Paese di produzione senza nessuna garanzia di origine.

Importante! La tutela della DOP esiste solo per il basilico; per il pesto, a oggi, non è stato mai richiesto un riconoscimento di protezione geografica. Nel pesto pronto però è possibile verificare la presenza del Basilico Genovese DOP come ingrediente.

Oggi puoi distinguere con certezza il valore “vero” della territorialità

Da quando esiste il “Basilico Genovese DOP”, il valore della territorialità è garantito solo all’interno della DOP e le vecchie denominazioni di basilico “locali”, che erano famose prima della DOP, sono state superate ed oggi sul mercato ne è vietato l’uso, come per esempio “basilico di Pra’”: questo perché fuori dalla DOP non è lecito evocare la provenienza del prodotto come sinonimo di qualità.

Certificazione DOP: l’impegno dei produttori

Oggi è importantissimo riconoscere l’impegno reale dei produttori che, seguendo il disciplinare, vogliono proteggere e mantenere la tradizione che tanto inorgoglisce noi liguri: questo impegno si chiama “certificazione” che è un vero sigillo di garanzia e “guardia del corpo” per proteggere quel basilico che è realmente frutto di una produzione tradizionale svolta in Liguria. Questa tradizione riguarda innanzitutto l’uso della terra naturale e, per il mercato fresco, il confezionamento dei tipici bouquet formati da piantine intere raccolte a mano “pianta per pianta”.

Una tradizione che tutti i liguri possono aiutare a mantenere scegliendo di acquistare Basilico Genovese DOP certificato.

Basilico Genovese e pesto: eccellenza e storie liguri

Per capire meglio, è importante chiedersi: perché il basilico è l’emblema della Liguria? Ogni ligure può dare una risposta senz’altro personale ed emozionale, che parla di appartenenza, di orgoglio e di identità culturale. Ogni ligure forse non sa che questa risposta esprime con precisione il concetto di tipicità di un prodotto: un prodotto è tipico quando ha costruito nel tempo un legame profondo con la gente del suo territorio. Un prodotto è tipico, nel nostro caso, quando non è una semplice “pianta” ma un connubio perfetto tra pianta, ambiente e comunità – e qui il concetto di comunità è più che mai rappresentato dall’incontro tra produttori e consumatori del territorio. Ed ecco quindi perché il Basilico Genovese è il prodotto tipico per eccellenza dei liguri, insieme al suo diretto derivato, il pesto genovese.

 

Le storie in Liguria del pesto e del basilico sono legatissime nel tempo e nello spazio, anche se con alcune importanti differenze degli ultimi anni. Fin dai tempi dei Romani esistevano dei “pestati” e tra di essi, nel Medioevo, in Liguria era molto usata l’“agliata”: proprio dall’agliata è nata la ricetta del pesto, risalente al XIX secolo, dove si parla di un battuto di aglio a cui viene aggiunto il basilico, conservato in un’“arbanella” e ricoperto d’olio d’oliva.

 

Il basilico “aggiunto” era evidentemente quello a km 0, coltivato a Genova in un’agricoltura vicinissima alla città, svolta sulle strette fasce del territorio ligure: qui, grazie alle tecniche peculiari e al clima, assumeva una tenerezza e un aroma unici. Ed è quindi grazie alla disponibilità di questo basilico che arrivava fresco tutti i giorni che la grande Genova dell’epoca ha dato vita alla “magia” del pesto, e dove per la prima volta il basilico diventa ingrediente e non più un semplice aroma.

 

Il basilico a Genova era prodotto nelle aree rurali specializzate nella coltivazione delle primizie, che erano la Val Bisagno e le colline di Pra’: dalla Val Bisagno è nato il nome dei “besagnini”, mentre il nome di Pra’ è storicamente rimasto legato alla fama del basilico perché fino agli anni ’90 lì erano presenti molti produttori all’avanguardia nel valorizzare la tipicità del prodotto. Il successo del pesto ha fatto sì che la coltivazione del basilico, già a partire dal dopoguerra, si sia ampliata lungo tutta la Liguria, prima a ponente e poi a levante, in quanto l’intero versante a mare della regione ha dimostrato di essere vocato per la produzione di un basilico unico in tutto il mondo.