Comprare oggi il vero Basilico Genovese per il tuo pesto: cosa è cambiato da quando si parlava solo di Pra’ e come capire se è DOP oppure no.

Oggi anche il ligure più ligure quando compra il basilico potrebbe avere qualche dubbio o qualche certezza obsoleta che va aggiornata.

Come capire a colpo d’occhio  se il basilico che compriamo è davvero coltivato in Liguria secondo tradizione come ci aspetteremmo?
Al banco dell’ortofrutta non possiamo né annusarlo né toccarlo.
Forse ci possiamo fidare della parola del fruttivendolo. Forse.
Ma abbiamo un elemento importante che viene in nostro aiuto: l’etichetta!
Ecco finalmente la guida ufficiale del Consorzio di tutela del Basilico Genovese DOP per un acquisto consapevole.

L’importanza di avere un “sigillo di garanzia” per il basilico prodotto in Liguria 

L’importanza di tutelare la tipicità di un prodotto è oggi riconosciuta dal mercato e dall’Unione Europea, che ha creato negli anni ’90 il sistema normativo delle Indicazione di Origine , molto noto nei vini e nei “giganti” dell’agroalimentare come  Grana Padano DOP o  Prosciutto di Parma DOP e che conta centinaia di prodotti di grande valore.
In Liguria abbiamo il Basilico Genovese DOP, riconosciuto nel 2006 per garantire il legame prodotto-territorio: da quel momento esiste solo il nome “Basilico Genovese DOP”:  è questo oggi il “nome e cognome” che distingue il basilico prodotto il Liguria secondo tradizione rispettando il disciplinare di produzione da quello “generico.

Da quel momento sul mercato dovremmo trovare solo etichette / cartellini che nominano il prodotto “Basilico Genovese DOP” indicando la provenienza garantita dalla Liguria , oppure etichette/cartellini di “Basilico” e basta, con provenienza generica del Paese di produzione senza nessuna garanzia di origine 

Importante! La tutela della DOP oggi esiste solo per il basilico, il pesto ad oggi non è stato mai oggetto di una richiesta di riconoscimento di protezione geografica.

Dal 2005 “Basilico Genovese DOP” è il nome unico del basilico autentico prodotto secondo tradizione.

Da quando esiste il “Basilico Genovese DOP” il valore della territorialità è garantito solo all’interno della DOP e le vecchie denominazioni di basilico “locali” , che erano famose prima della DOP, sono state superate ed oggi sul mercato ne è vietato l’uso, come per esempio “basilico di Pra’” : questo perché fuori dalla DOP non è lecito evocare la provenienza del prodotto come sinonimo di qualità.
Oggi è importantissimo riconoscere l’impegno reale dei produttori che seguendo il disciplinare vogliono proteggere e mantenere la tradizione che tanto inorgoglisce noi liguri: questo impegno si chiama “certificazione” che è un vero sigillo di garanzia e “guardia del corpo” per proteggere quel basilico che è realmente frutto di una produzione tradizionale svolta in Liguria, tradizione che riguarda innanzitutto l’uso della terra naturale e, per il mercato fresco, il confezionamento dei tipici bouquet formati da piantine intere raccolte a mano “pianta per pianta”.
Una tradizione che tutti i liguri possono aiutare a mantenere scegliendo di acquistare Basilico Genovese DOP certificato.

Come lo riconosco? Cerca il basilico che si chiama “Basilico Genovese DOP” e guarda la confezione: quello DOP lo riconosci dai due marchi e trovi inoltre l’indirizzo del produttore in etichetta .

etichetta

Basilico Genovese e pesto, eccellenza e storie liguri

Per capire meglio, è importante chiedersi: perché il basilico è l’emblema della Liguria? Ogni ligure può dare una risposta senz’altro personale ed emozionale, che parla di appartenenza, di orgoglio, di identità culturale.
Ogni ligure forse non sa che questa risposta esprime con precisione il concetto di tipicità di un prodotto: un prodotto è tipico quando ha costruito nel tempo un legame profondo con la gente del suo territorio.
Un prodotto è tipico, nel nostro caso, quando non è una semplice “pianta” ma un connubio perfetto tra pianta, ambiente e comunità – e qui il concetto di comunità è più che mai rappresentato dall’incontro tra produttori e consumatori del territorio.
Ed ecco quindi perchè il Basilico Genovese è il prodotto tipico per eccellenza dei liguri, insieme al suo diretto derivato, il pesto genovese.

Le storie in Liguria del pesto e del basilico sono legatissime nel tempo e nello spazio, anche se con alcune importanti differenze degli ultimi anni.

Fin dai tempi dei Romani esistevano dei “pestati” e tra di essi nel Medioevo in Liguria era molto usata l“agliata”: proprio dall’agliata è nata la ricetta del pesto, risalente al XIX Secolo , dove si parla di un battuto di aglio a cui viene aggiunto il basilico, conservato in un’ “arbanella” e ricoperto d’olio d’oliva.
Il basilico “aggiunto” era evidentemente quello a km 0, coltivato a Genova in un’agricoltura vicinissima alla città svolta sulle strette fasce del territorio ligure: qui, grazie alle tecniche peculiari e al clima, assumeva una tenerezza e un aroma unici. Ed è quindi grazie alla disponibilità di questo basilico che arrivava fresco tutti i giorni che la grande Genova dell’epoca ha dato vita alla “magia” del pesto e dove per la prima volta il basilico diventa ingrediente e non più un semplice aroma.
Il basilico a Genova era prodotto nelle aree rurali specializzate nella coltivazione delle primizie, che erano la Val Bisagno e le colline di Pra’: dalla Val Bisagno è nato il nome dei “besagnini” , mentre il nome di Pra’ è storicamente rimasto legato alla fama del basilico perchè fino agli anni ’90 lì erano presenti molti produttori all’avanguardia nel valorizzare la tipicità del prodotto.
Il successo del pesto ha fatto sì che la coltivazione del basilico già a partire dal dopoguerra si sia ampliata lungo tutta la Liguria prima a ponente poi a levante, in quanto l’intero versante a mare della regione ha dimostrato di essere vocato per la produzione di un basilico unico in tutto il mondo.

Vuoi approfondire?

Scopri il sito ufficiale del Basilico Genovese DOP

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