All’interno di un’impasse generale dei consumi, le DOP agroalimentari italiane rilanciano con una crescita del 9%.

 

9 e oltre 20 miliardi di euro, quasi 300 Consorzi e 200.000 imprese: sono numeri importanti, che ben sottolineano il quadro positivo in cui si posiziona la Dop Economy italiana a sostegno del valore intrinseco nei nostri produttori di qualità. I risultati stanno arrivando davvero, forti e chiari, a dimostrazione dell’efficacia di un comparto che fa della sinergia e collaborazione uno strumento per rafforzare tutto il sistema Paese, con una strategia che tuteli, prima di tutto, il consumatore.

Un 2022 da record per un sistema sempre più solido alimentato da ben 296 Consorzi di tutela e 196 mila imprese delle filiere: è quanto emerge dall’ultimo Rapporto Ismea-Qualivita, che è il principale strumento che descrive l’andamento dei dati e analizza i consumi dei prodotti DOP e IGP del mercato italiano.

Il rapporto è curato dall’ISMEA – Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo alimentare che l’ente pubblico economico di ricerca vigilato dal Ministero dell’Agricoltura, unendo le competenze specifiche sul mondo delle Indicazioni Geografiche nel mondo dell’Osservatorio Qualivita, cha a sua volta collabora strettamente con l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche “Origin Italia”.
Dai dati 2022 emerge un fatturato per le Indicazioni Geografiche Italiane di 20milioni gli euro con un aumento del 6.4% annuo: la crescita più importante riguarda il comparto delle DOP e IGP del food con quasi i 9 miliardi di fatturato e un aumento del 9%. Una buona fetta di questo balzo in avanti è occupata dalla crescita dell’export (+8%) ed è importante evidenziare come nel giro d’affari all’estero dell’agroalimentare nazionale ben il 19% è rappresentato da prodotti protetti DOP o IGP.
L’importanza della Dop Economy si evince anche dai dati occupazionali, che rilevano quasi 500 mila addetti della produzione agricola e oltre 300 mila per la fase industriale.


Cosa accade in Liguria, nello specifico?

La Liguria è tra le Regioni italiane con il minore numero di prodotti a Indicazione Geografica, per questa ragione i prodotti presenti rappresentano un valore ancora più grande e soprattutto dei margini di crescita ancora molto interessanti da cogliere. La Dop Economy ligure conta 1969 produttori per 17 prodotti territoriali, di cui 5 del settore food (e 12 del wine), che cuba per 25 milioni di euro di valore.


Un altro elemento di forza: la Riforma delle DOP e IGP

A questa importante fotografia economica della situazione nazionale e regionale, va aggiunto un altro elemento cruciale che si concretizzerà nel 2024 : la Riforma del Regolamento DOP e IGP recentemente approvata dal Parlamento Europeo  volta a potenziare il ruolo delle le nostre ricchezze culturali e gastronomiche protette delle DOP-IGP  come autentico patrimonio economico dei territori.
La Riforma del Regolamento aumenterà la diffusione delle indicazioni geografiche nell’Unione, fornendo un livello di protezione più elevato, soprattutto online, aumentando il livello della qualità e gli standard alimentati. Tutti gli operatori delle filiere DOP e IGP avranno un ruolo sempre più strategico nella governance dei territori, nel rapporto con il consumatore e per l’aumento della ricerca scientifica.


Il Presidente del Consorzio Basilico Genovese DOP:
"Dovremmo seguire l’esempio virtuoso delle aziende alimentari"

Il Presidente del Consorzio del Basilico Genovese DOP, Mario Anfossi,pone l’accento sul fatto che il Basilico Genovese DOP sia il solo prodotto fresco con il marchio di certificazione su tutto il territorio regionale, e sottolinea quanto ormai sia diventato fondamentale legare il Basilico Genovese DOP al prestigio del pesto e quindi al mondo della trasformazione alimentare.

Le aziende infatti ormai riconoscono il Basilico Genovese DOP come ingrediente di qualità per i loro prodotti finiti, la direzione che dobbiamo continuare a percorrere è questa: “Dovremmo seguire l’esempio virtuoso delle aziende alimentari, che riconoscono il valore e la qualità del Basilico Genovese DOP, di modo che facciano da traino anche per il mondo della distribuzione e della ristorazione, costruendo sinergie virtuose. In questo modo anche i consumatori ne potranno beneficiare maggiormente, aumentando la riconoscibilità dell’ingrediente e la sua importanza

Prospettive e futuro

E se tutto questo percorso di crescita rendesse i risultati dei “primi della classe” come il Grana Padano DOP, Il Prosciutto di Parma DOP o il Parmigiano Reggiano DOP un pochino meno lontani da immaginare?  In questo contesto la consapevolezza, il branding territoriale e il valore che ruotano attorno al Basilico Genovese DOP non possono far altro che crescere di importanza: restiamo connessi, la DOP siamo tutti noi, insieme.

CONDIVIDI

Iscriviti alla nostra newsletter​

Ricevi ricette, guide utili e aggiornamenti su eventi e news.

linea grafica