IL CASO DEL FERMO DEL PESTO RANA E IL MARCHIO BASILICO GENOVESE DOP: FACCIAMO CHIAREZZA

Pesto, maxi sequestro a Genova ma è stato prodotto in America”: 

partita da Repubblica, la notizia del fermo di un lotto di pesto dell’azienda americana “Rana Meal Solution” avvenuto nel porto di Genova da parte del Ministero della Salute, in poche ore è rimbalzata sulla maggior parte dei social e testate italiane.
E così in questi giorni molto rumore si è fatto interrogandosi su coma possa mai un “Pesto made in USA” dichiarare in etichetta di essere prodotto con Basilico Genovese DOP.

Vediamo di dare le risposte come Consorzio di tutela del Basilico Genovese DOP.

 

PERCHÉ È LECITO TROVARE IL MARCHIO BASILICO GENOVESE DOP ANCHE SUI PRODOTTI MADE IN USA.

Non solo è lecito, ma è una grande opportunità di valorizzazione della DOP.

Partiamo dall’inizio. Anzitutto il nome “pesto”, “pesto genovese” o “alla genovese”, si può utilizzare liberamente e non è disciplinato da alcuna protezione.

Detto questo, il pesto può evidenziare in etichetta la presenza di “Basilico genovese DOP” come ingrediente caratterizzante e riportarne il marchio? Anche quando il pesto è prodotto all’estero?

Certo che può (anzi quasi sarebbe da dire che “deve”) : è una scelta prevista dietro specifica autorizzazione, rinnovata annualmente, fornita dal Consorzio di tutela del Basilico Genovese DOP che vigila e garantisce la presenza del 100% di Basilico Genovese DOP con una tracciabilità totale.
Questo riguarda tutti i prodotti alimentari che lo utilizzano e ha l’obiettivo di valorizzare la presenza dell’ingrediente DOP certificato acquistato in Liguria e prodotto secondo le regole di coltivazione tradizionale previste nel disciplinare e verificate da un sistema di controllo autorizzato dal Ministero competente.

Se rimanessero ancora dubbi, probabilmente sarebbero dati dalla confusione tra basilico e pesto. Ma è bene avere ben chiara la differenza tra ingrediente e ricetta! Invocare un non meglio specificato “pesto tradizionale” non tiene conto del fatto che, ancorché si tratti di un prodotto della tradizione gastronomica ligure, non esiste ad oggi un marchio di protezione dell’origine del pesto: la sua ricetta, per legge, è libera e a discrezione del produttore in base a proprie scelte di mercato.

Quindi, un pesto made in USA può senz’altro essere fatto con Basilico Genovese DOP e non è un caso di “Italian sounding” perché l’ingrediente proviene realmente dalla Liguria, ed è anzi un grande orgoglio poter avere un sistema che promuove la distribuzione mondiale di un ingrediente pregiato del territorio, mantenendone l’identità grazie alla DOP. E non solo orgoglio, ma si tratta un sistema per valorizzare concretamente l’economia del territorio e promuovere la Liguria nel mondo.
La produzione di Basilico Genovese DOP in Liguria destinata all’industria USA è di circa 1.800 tonnellate provenienti da coltivazioni in pieno campo raccolte in estate e conservate refrigerate (non surgelate) con sale e olio. Si tratta di forniture che sussistono da molti anni e che rappresentano caso virtuoso in cui la grande industria valorizza l’agricoltura del territorio italiano e ne sostiene la produzione, contribuendo alla diffusione della cultura del Made in Italy e soprattutto alla DOP economy contribuendo a creare un trend positivo in questo senso per le aziende produttrici di Basilico Genovese DOP. La stessa cosa, da tempo, avviene anche nei paesi dell’Unione Europea e in Inghilterra.

Il Consorzio di tutela del Basilico Genovese DOP e il suo Presidente Mario Anfossi, che da sempre sono a disposizione dei media anche con una diffusa presenza di informazioni sui canali digitali, rilevano con rammarico come spesso gli organi di informazione siano “disinformati” e inseguano la notizia d’effetto senza preoccuparsi delle conseguenze.
In questo caso, un “banale” problema burocratico di trasporto è stato trasformato quasi in una truffa alimentare mettendo in cattiva luce un’ azienda e un sistema che non lo meritava.
Per contro, apprezziamo la competenza e il “buonsenso” con cui alcune testate stanno in questi giorni contribuendo a fare chiarezza insieme ai commenti di alcune personalità di spicco del panorama nazionale che aiutano la diffusione della corretta informazione, fondamentale per salvaguardare “sul serio” le economie agricole del Made in Italy, quello vero. In particolare segnaliamo e ringraziamo Francesco Margiocco del Secolo XIX e Lorenzo Biagianelli e Selvaggia Lucarelli per i loro post social sull’argomento. 

Breve storia e significato della  DOP del Basilico Genovese

Il Basilico Genovese è un prodotto tipico il cui legame col territorio è un patrimonio dei produttori e un valore per i consumatori, entrambi elementi fondanti del suo successo. Per tutelare il consumatore, il produttore e il prodotto dalle informazioni ingannevoli e affinché le logiche di mercato non ne “usurpino” la notorietà e non ne stravolgano le caratteristiche tradizionali, nel 2005 è nata la DOP del Basilico Genovese all’interno del sistema di protezione delle Denominazioni di Origine Protetta istituito nel 1992 dall’Unione Europea.

La DOP viene riconosciuta quando le caratteristiche di un prodotto sono dovute al luogo di origine, sul quale insistono sia fattori naturali – ambientali (come il clima e il suolo) sia umani tramite le conoscenze tecniche e culturali locali (know-how). Sono stati i produttori liguri che hanno visto nella DOP l’opportunità di veder riconosciuto il valore del prodotto e che ne hanno steso il disciplinare di produzione.

Il disciplinare del Basilico Genovese DOP prevede due tipi di coltivazione tradizionale in base alla destinazione commerciale: quella dei bouquet da consumo fresco raccolti in serra piantina per piantina, più popolare tra i genovesi, e quella che ha seguito la più recente evoluzione del mercato del pesto pronto rendendo disponibile un prodotto che mantenesse caratteristiche di tipicità in una produzione adatta al’industria di trasformazione, svolta prevalentemente in pieno campo.

L’orientamento dei consumatori verso i prodotti pronti è un segno dei tempi, ma nel contempo l’attenzione a territorio e qualità sono in crescita: per questo l’uso dei prodotti tipici come ingredienti ha molto successo: questo “segmenta” il mercato e potenzia anche il prodotto fresco, che si colloca ai vertici del mercato di qualità per ristoratori e consumatori anche promuovendo il valore culturale ed identitario del bouquet di Basilico Genovese DOP come “star gastronomica”.

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