Il Presidente del Consorzio risponde: il Basilico Genovese DOP nel pesto pronto.

etichetta pesto

Nell’ambito delle attività di comunicazione e promozione del Basilico Genovese DOP svolte il Consorzio di Tutela ha ricevuto alcuni commenti incentrati sul legame Basilico Genovese DOP – pesto pronto. 

Alcuni consumatori (liguri o, pregevolmente, molto legati alla tradizione gastronomica ligure) esprimono un vibrante disappunto di fronte ad etichette di pesto pronto confezionato che evidenzia la presenza del Basilico Genovese DOP come ingrediente caratterizzante ma che utilizza una ricetta e una lista ingredienti diversa da quella tradizionale.

Lo caratterizzazione che il Basilico Genovese DOP offre nella ricetta del pesto è un elemento che il Consorzio promuove come indispensabile: questo valore non riguarda la ricetta nel suo complesso, ma il valore dell’origine dell’ingrediente principale.

La funzione di tutela e promozione del Consorzio del Basilico Genovese è rivolta al prodotto certificato dagli associati, quindi solo il Basilico Genovese DOP coltivato nelle aziende agricole.

Ecco la lettera  con cui il Presidente del Consorzio di tutela del Basilico Genovese DOP Mario Anfossi risponde a un consumatore scontento.

In qualità di Presidente del Consorzio di Tutela Basilico Genovese D.O.P. sento il dovere di rispondere alle critiche, nella speranza di chiarire la realtà dei prodotti DOP.

Per fare chiarezza sull’argomento segnalo e sottolineo che ad oggi non esiste alcuna certificazione ufficiale a protezione del pesto genovese.

I Consorzi di Tutela di tutte le DOP sono riconosciuti dal Ministero per le politiche agricole e hanno come missione principale la promozione e la difesa dei prodotti DOP. 

La DOP che tuteliamo comprende esclusivamente il Basilico Genovese e non tutto quello coltivato in Liguria, ma solo quello coltivato dai produttori agricoli sul versante a mare di tutta la Liguria iscritti al Piano di Controllo e sottoposti alle regole del disciplinare di produzione e ai suoi controlli.

In questo modo la DOP garantisce la provenienza del basilico e le sue peculiari caratteristiche ma non può garantire il suo migliore utilizzo nella trasformazione in pesto né tantomeno gli altri ingredienti utilizzati dal trasformatore nella ricetta.

Il Consorzio di Tutela ha, tra i suoi scopi, quello di controllare l’effettivo utilizzo del Basilico Genovese DOP nelle trasformazioni alimentari. Per potere indicare il Basilico Genovese DOP nella lista degli ingredienti è necessario dimostrarne l’acquisto tramite le fatture di acquisto.

Le aziende che si fregiano in etichetta della dicitura “pesto con Basilico Genovese DOP”  hanno ottenuto l’autorizzazione annuale all’uso del marchio e del nome da parte del Consorzio e perciò possono usare esclusivamente Basilico Genovese DOP certificato: non possono miscelare con altro basilico convenzionale; inoltre devono dichiarare al Consorzio il nome del loro fornitore e, naturalmente, sottoporsi ai controlli del caso.

La dicitura “ con Basilico Genovese DOP” riportata in etichetta garantisce il consumatore che il basilico usato proviene solo dalla zona di produzione DOP della Liguria, gli altri ingredienti non hanno alcuna protezione ed ogni azienda ha facoltà di sceglierli, sta al consumatore acquistare quello più gradito sia di gusto che di prezzo. La relazione Basilico Genovese DOP – pesto secondo la ricetta tradizionale  non è protetta: in caso lo fosse (o lo sarà, speriamo) allora si regolamenterebbe e si evidenzierebbero le frodi qualora l’informazione al consumatore risultasse ingannevole.

Non esiste consumatore “ignorante”, esiste il consumatore libero: libero di fare le sue scelte sia di gusto che di prezzo e nessuno si può ergere ad arbitro del gusto. 

Quello che come Consorzio cerchiamo di promuovere è la conoscenza che il nome del prodotto certificato e garantito è Basilico Genovese DOP sia nella forma  per il consumo fresco (bouquet) sia in quella destinata alla trasformazione artigianale e industriale.

Chi mi scrive solitamente parla di prodotti “cattivi”. A norma di legge tutti gli ingredienti usati dall’industria alimentare sono “buoni” e solo se sono avariati sono “cattivi” , secondo la percezione del consumatore. L’unico prodotto di eccellenza in senso stretto è quello certificato: l’eccellenza sta nel rispetto della tradizione e nella tracciabilità del prodotto.

Per riassumere: il Consorzio tutela il consumatore garantendo la provenienza , la tracciabilità e le caratteristiche esclusivamente per quanto riguarda il basilico fresco.

Voglio ricordare che Il Consorzio di tutela non  effettua commercializzazione. 

Va chiarito inoltre che i prodotti DOP si creano grazie alla volontà da parte di produttori agricoli che hanno il desiderio di fregiarsi di tale marchio di tutela e di sottomettersi a controlli non solo del Consorzio ma anche di altri enti come i carabinieri del Nas o Repressione Frodi (ICQRF).

Purtroppo i produttori di pesto non si sono mai messi d’accordo su un disciplinare atto ad ottenere un marchio STG.

Condivido personalmente l’opportunità di richiedere un Pesto STG con una ricetta che rispecchi la tradizione ma, a poterlo effettuare sono gli artigiani e gli industriali dell’industria alimentare, non gli agricoltori.

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